ANTONIO CARLETTI: Presentazione Personale del Libro di Poesie intitolato “Se vuol ballare, signor contino…", avvenuta il 30 novembre 2013 presso una libreria del centro di Roma.

Per la suddetta presentazione l'autore si è avvalso della insostituibile collaborazione della sua compagna Jolka.

LA MIA OFFICINA…

LA MIA OFFICINA…

La mia officina?

I banchi di scuola a buon mercato:

la ginnica strada, il mutante mare, il variopinto bosco, l’amico sole;

non verità apprese da maestri ammaestrati,

pochi, umili utensili “comprati” all’epidermico emporio della vita,

le note “mute” di un canto ribelle risonanti nell’assoluto silenzio,

e sovrastante a tutto, sopra un trono di punti cardinali assisa,

la superba, indefinita immagine di una fanciulla.

Le “mie penne d’oca” d’allora?

Molte spine e tanta libertà,

senza che io sapessi nulla,

incisero innesti nel corpo ribelle,

e dalle ferite di quel frutto sconosciuto,

la polpa succosa, per attimi improvvisi,

sotto il sole non tassato, non classista,

emanò profumi solo al mio naso conosciuti.

“Venuti da dove”? “Non so”!

Di certo “stranieri e familiari”,

di certo rivendicanti legittimità;

ed oggi posso la dorata affermazione:

si può, si deve essere oltre la ragioniera, lunare ragione!

M’INNAMORAVO DI TUTTO (AL ZENESE CANTAUTORE)

M’INNAMORAVO DI TUTTO (AL ZENESE CANTAUTORE)

M’innamoravo di tutto:

con quattro parole distruggevo confini,

all’uomo trino, me stesso, tutti gli altri,

donavo parole vestite con note che vestivano parole.

Al corpo universale, non visto, negato,

dicevo questo è un uomo, una donna,

vedeteli con miei occhi, sono i vostri occhi,

e perdonatemi la superba presunzione;

li voglio eretti vertebra su vertebra nutrita dal midollo,

la rossa linfa che fa di me, di voi, semplicemente uomini.

Ma poi, perdonatemi, non è così semplice essere uomini,

non perdersi nella normalità normale di giorni normali;

occorre il midollo di una bussola scoperta di mondi non tracciati,

scoperti per caso nella traccia invisibile di un volto visibile.

Certamente l’america per un zenese sognante

è visione, viaggio, se volete, piccola, grande isola,

mai Atlantide:

continente perduto alla vista del cannocchiale,

mostra contorni alla lente interna di un occhio vedente.

NEL GIARDINO (KHALED)

NEL GIARDINO (KHALED)

Nel giardino degli eletti

acqua limpida e petali di rosa,

occhi di gazzella in corpi d’ebano,

sguardi appena sussurrati e linguaggio abolito.

Giardino senza mura, eco di confini infiniti,

espande il privilegio certamente non superbo,

assolutamente impalpabile.

Lingua senza parole non insegnata su banchi di scuola

traccia la strada di alfabeti non appresi;

Sovrana la Sapienza dona a quei corpi la danza parlante.

 

 

 

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